Mussolini in visita a Torino e in Piemonte: 

1923 (visita al Lingotto)

Il documentario sulla visita di Benito Mussolini al Lingotto, pochi mesi dopo l’inaugurazione avvenuta nel 1922. Nelle immagini viene documentato l’intero ciclo di produzione fino alla prova delle automobili sulla pista sul tetto dello stabilimento

http://video.repubblica.it/dossier/lo-scontro-su-pomigliano/torino-visita-di-mussolini-al-lingotto-1923/81261/79651

1931 (I decennale Rivoluzione Fascista)

http://senato.archivioluce.it/senato-luce/scheda/video/IL3000052739/1/Il-Duce-visita-Torino-nel-I-decennale-della-rivoluzione-fascista.html

Stadio Comunale (già Mussolini), Via Filadelfia, Corso Sebastopoli, Corso Quattro Novembre
Stadio Comunale (già Mussolini), Via Filadelfia, Corso Sebastopoli, Corso Quattro Novembre
Mussolini in visita a Torino, fa un bel regalo all' Agnelli in previsione del lancio il prossimo anno della Balilla. Vara una legge straordinaria la quale, impedisce lo smercio di macchine non costruite integralmente in Italia. Lui dice che l'auto sono tra le "attività interessanti la difesa nazionale". Ma è un bel regalo!! Nel dopoguerra i governanti della Nuova Repubblica "liberale e liberista" lo imiteranno.
Mussolini in visita a Torino,
fa un bel regalo all’ Agnelli in previsione
del lancio il prossimo anno della Balilla.
Vara una legge straordinaria la quale, impedisce lo
smercio di macchine non costruite integralmente in Italia.
L’auto è tra
le “attività interessanti la difesa nazionale”.
Nel dopoguerra i governanti della Nuova Repubblica
“liberale e liberista” lo imiteranno.

Maggio 1939 (Visita in Piemonte)

https://www.youtube.com/watch?v=O1WScLqRkgA

http://senato.archivioluce.it/senato-luce/scheda/foto/IL3000000475/12/Mussolini-in-piedi-su-unautomobile-in-transito-lungo-via-Roma-saluta-una-folla-di-ragazze-della-GIL.html

Legioni di ragazzi della G.I.L. schierate in piazza Vittorio Veneto
Legioni di ragazzi della G.I.L. schierate in piazza Vittorio Veneto
L'arrivo di Mussolini in piazza San Carlo a bordo di un'Alfa Romeo cabriolet
L’arrivo di Mussolini in piazza San Carlo a bordo di un’Alfa Romeo cabriolet
L'Alfa Romeo, con a bordo Mussolini, attraversa piazza San Carlo gremita di piccole italiane
L’Alfa Romeo, con a bordo Mussolini, attraversa piazza San Carlo gremita di piccole italiane

Da l’archivio de LA STAMPA

LA STAMPA 1923
LA STAMPA 1923
LA STAMPA 1927
LA STAMPA 1927
LA STAMPA 1933
LA STAMPA 1933
LA STAMPA 1933
LA STAMPA 1933
LA STAMPA 1934
LA STAMPA 1934

LA STAMPA 1936

 

Altri giornali

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Il Regno d’Italia fu il nome assunto dallo stato italiano il 17 marzo 1861 in seguito alle guerre risorgimentali combattute dal Regno di Sardegna, suo predecessore, per conseguire l’unificazione nazionale italiana.[2]

Dal 1861 al 1946 fu una monarchia costituzionale basata sullo Statuto albertino, concesso nel 1848 da Carlo Alberto di Savoia ai suoi sudditi del Regno di Sardegna, prima di abdicare, l’anno successivo. Al vertice dello Stato vi era il Re, il quale riassumeva in sé i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario seppur esercitati non in maniera assoluta.

Il ventennio fascista o semplicemente ventennio comprende quel periodo storico italiano che va dalla presa del potere del fascismo e di Benito Mussolini, ufficialmente avvenuta il 29 ottobre 1922, sino alla fine del regime fascista, avvenuto formalmente il 25 luglio 1943.

L’indicazione con ventennio fa riferimento alla durata del regime in Italia (19251945), delimitato da due date significative: il 1925, anno in cui furono dichiarati illegali tutti i partiti con esclusione del Partito Nazionale Fascista (PNF), e il 1945, che segnò la dissoluzione della Repubblica Sociale Italiana (RSI).

La  guerra civile in Italia include eventi accaduti durante la seconda guerra mondiale, in un periodo compreso tra l’annuncio dell’armistizio di Cassibile (8 settembre 1943) e la resa di Caserta (2 maggio 1945), durante il quale si verificarono combattimenti tra reparti militari della Repubblica Sociale Italiana (RSI), collaborazionisti con le truppe occupanti della Germania nazista, e i partigiani italiani (inquadrati militarmente nel Corpo Volontari della Libertà e in maggioranza politicamente organizzati nel Comitato di Liberazione Nazionale), sostenuti materialmente dagli Alleati, nell’ambito della guerra di liberazione italiana e della campagna d’Italia.

La fuga da Roma del re d’Italia Vittorio Emanuele III e del maresciallo d’Italia Badoglio (genericamente nota anche come fuga di Pescara, fuga di Ortona o fuga di Brindisi), consistette nel precipitoso abbandono della capitale – all’alba del 9 settembre 1943 – alla volta di Brindisi, da parte del sovrano, del capo del Governo e di alcuni esponenti della Real Casa, del governo e dei vertici militari. La fretta con la quale la fuga fu realizzata comportò l’assenza di ogni ordine e disposizione alle truppe e agli apparati dello Stato utile a fronteggiare le conseguenze dell’Armistizio, pregiudicando gravemente l’esistenza stessa di questi nei convulsi eventi bellici delle 72 ore successive. Questo avvenimento segnò una svolta nella storia italiana durante la seconda guerra mondiale.

In seguito a questo evento – che seguì immediatamente l’annuncio, la sera dell’8 settembre, dell’armistizio siglato con gli Alleati il 3 settembre – le forze di terra italiane, abbandonate a loro stesse e senza ordini e piani precisi,[1] non furono in grado di opporre un’efficace e coordinata resistenza all’occupazione nazista dell’Italia, disintegrandosi nel volgere di poche decine di ore e finendo in larga parte preda dei tedeschi, con eccezione delle guarnigioni di Sardegna e Corsica, in Puglia e – almeno per due giorni – alla periferia sud di Roma.

Benito Amilcare Andrea Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945) è stato un uomo politico, giornalista e dittatore italiano.

Fondatore del Fascismo, fu presidente del Consiglio del Regno d’Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943. Nel gennaio 1925 assunse de facto poteri dittatoriali e dal dicembre dello stesso anno acquisì il titolo di capo del governo primo ministro segretario di Stato. Dopo la guerra d’Etiopia, aggiunse al titolo di Duce quello di “Fondatore dell’Impero”, e divenne Primo Maresciallo dell’Impero il 30 marzo 1938. Fu capo della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile 1945.

Vittorio Emanuele III di Savoia (Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia; Napoli, 11 novembre 1869Alessandria d’Egitto, 28 dicembre 1947) fu re d’Italia (dal 1900 al 1946), imperatore d’Etiopia (dal 1936 al 1941), Primo Maresciallo dell’Impero (dal 4 aprile 1938) e re d’Albania (dal 1939 al 1943). Abdicò il 9 maggio 1946 e gli succedette il figlio Umberto II.

Figlio di Umberto I di Savoia e di Margherita di Savoia, ricevette alla nascita il titolo di principe di Napoli, nell’evidente intento di sottolineare l’unità nazionale, raggiunta da poco.

Il suo lungo regno (quarantasei anni) vide, oltre alle due guerre mondiali, l’introduzione del suffragio universale maschile (1912), delle prime importanti forme di protezione sociale, il declino e il crollo dello Stato liberale (19001922), la nascita e il crollo dello Stato fascista (19251943), la composizione della Questione romana (1929), il raggiungimento dei massimi confini territoriali dell’Italia unita, le maggiori conquiste in ambito coloniale (Libia ed Etiopia). Morì quasi due anni dopo la caduta del Regno d’Italia. Per la sua partecipazione a due guerre mondiali, e la vittoria nella prima fu soprannominato Re soldato e Re vittorioso.

Sitografia

http://it.wikipedia.org/wiki/Regno_d%27Italia_%281861-1946%29

http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27Italia_fascista

http://www.treccani.it/enciclopedia/fascismo/

http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_in_Italia_%281943-1945%29

http://it.wikipedia.org/wiki/Fuga_di_Vittorio_Emanuele_III

http://it.wikipedia.org/wiki/Benito_Mussolini

http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Emanuele_III_di_Savoia

http://www.mole24.it/2012/06/01/1946-torino-alle-urne-per-scegliere-tra-monarchia-e-repubblica/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/31/torino-revocata-cittadinanza-a-mussolini-lega-protesta-con-bandiera-e-inno-comunisti/933673/

 

 

L’Italia Fascista e Torino Monarchica

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