Inaugurazione
mercoledì 27 giugno ore 18

Piazza Emanuele Filiberto
Quadrilatero Romano di Torino

Dalle ore 18.00 l’artista Halo Halo presenta un’azione di street art sui muri del Pastis, l’artista Federica Cardillo
darà vita all’installazione site specific “colori daltonici” al muretto di piazza Filiberto, e Alice Belcredi presenta l’installazione luminosa Chloris Chloris.

In mostra le opere degli artisti di Azimut Young nel locale Conserveria; 

Inoltre il flash mob Sketch in the city animerà la piazza invitando illustratori e pubblico a disegnare sul tema”jungla urbana”  e il dj set di Afronautica  e The Jazz Rapsody collective darà il ritmo a tutta la manifestazione.

NEL CONTESTO DI IOESPONGO XXI

presentano

Gardance. Progetto di riqualificazione urbana al Quadrilatero Romano di Torino.

Associazione Azimut e Museo d’Arte Urbana presentano l’intervento di Street Poster Art di Halo Halo.


L’arte che si confronta con la dimensione metropolitana per costruire nuove narrazioni, ha conosciuto, in Europa ed in Italia, una signif icativa crescita negli ultimi anni.

In un epoca in cui la globalizzazione f inanziaria causa danni irreversibili agli Stati, ed amplif ica gli effetti perversi dello “star system”, l’arte sembra vivere una condizione di schizofrenia, non inedita, ma enormemente amplif icata.

Da un lato un mondo glamour e patinato caratterizzato da quotazioni ingiustificate, al netto della qualità degli artisti, numericamente minoritario, e dal moltiplicarsi di f iere in ogni angolo del globo, dove i nuovi ricchi asiatici e mediorientali danno sfoggio della loro onnipotenza economica, così come di biennali incrementatesi esponenzialmente di numero, senza apportare alcuna novità concreta, ospitando la medesima compagnia di giro di artisti e curatori “internazionali”.

Dall’altro la maggioranza degli operatori dell’arte che quotidianamente porta avanti, con impegno, fatica e passione, l’impegno artistico, critico e didattico, confrontandosi con un mercato ed un sistema “normali” e quotidiani.

Due mondi paralleli e scarsamente comunicanti.

Una pratica come quella dell’ arte pubblica, ha saputo riattualizzarsi, dopo la teoria e le aspirazioni delle avanguardie storiche e del Situazionismo, dando risposta ad esigenze di rinnovamento del linguaggio dalle aride secche dell’international style, e di un neo concettualismo patinato e sempre uguale.

La dimensione pubblica è quella in cui attualmente l’arte riscopre la sua vocazione didattica ed etica.

A questa sfera è senz’altro ascrivibile l’inaugurazione di Gardance e il Pastis che festeggia il suo diciottesimo compleanno, dando spazio all’Associazione Azimut per un intervento artistico.

Questo storico locale del Quadrilatero Romano è uno dei  primi  e  meglio  riusciti  esempi  di  riqualif icazione dal degrado della zona del centro storico di Torino limitrofa a Porta Palazzo, avvenuta a partire dai primi anni Novanta, è gestito sin dall’inizio da due professionisti come Toni Minniti ed Andrea Tortorella, forti di una esperienza maturata negli anni precedenti in locali come il Big Club di corso Brescia.

 

Il Pastis è forse l’esercizio pubblico torinese dove, in una città segnata storicamente da appartenenze predef inite, avviene una reale ed armonica mescolanza sociale e generazionale, attratta da un luogo che integra la dimensione del bistrot parigino, alla proposta di performance e mostre mai casuali e sempre basate sulla qualità e la ricerca, unita ad una ristorazione accurata a prezzi accessibili.

Ebbi l’onore di collaborare all’apertura nel 2000, curando una mostra di Raffaello Ferrazzi, grande talento graf ico ed artistico precocemente scomparso nel 1989.

Nel frattempo molti anni sono trascorsi, senza che il locale perdesse nulla quanto a freschezza propositiva ed apprezzamento del pubblico.

Gardance nasce su un progetto del 2014, come attività relazionale e condivisa f inalizzata alla realizzazione di un orto urbano, e rafforza oggi la sua vocazione estetica, con la decorazione pittorica del muro che lo delimita, grazie ad un intervento site specific di Federica Cardillo, insieme a Giovanni Portaluppi e Davide Robaldo.

Gardance segna una nuova fase di attività ideate ed organizzare per condividere lo spazio urbano con i cittadini.

Sempre nella serata gli illustratori di “Sketch and The City” invaderanno la piazza disegnando dal vivo, invitando i presenti ad unirsi al loro sforzo creativo, mentre nella limitrofa Conserveria verranno esposte opere dei giovani artisti di Azimut Young.

Luigi Garofalo in arte Halo Halo è un giovane ed apprezzato artista il cui stile è generalmente ricondotto nell’alveo della street art, anche se questa etichetta nel suo caso suona abbastanza stretta.

Halo Halo, lo pseudonimo adottato dall’autore, è nella realtà un dolce popolare nelle Filippine, la cui etimologia deriva dal termine “mescolanza”, che ben si confà al suo stile, perfettamente sintonico al clima della post modernità ed alla condizione diffusa del nuovo millennio.

Quanto oggi appare parzialmente inedito e stimolante è l’attitudine a mescolare con disinvoltura tracce e visioni appartenenti di pari alla cultura “alta” ed a quella “bassa”. Brani di storia si mescolano a visioni psichedeliche e metropolitane, insieme a simboli appartenenti al repertorio tradizionale della pop art, così come al fashion, all’illustrazione, al fumetto, creando una equilibrata miscellanea che sembra rinverdire i fasti dei migliori anni Ottanta, quando si manifestò la riscoperta dell’individualismo e la ricerca di un’estetica appagante in grado di contaminare i generi. Il rapporto tra “arte pura” ed “arte applicata”, nel corso del Novecento spesso sbilanciato a favore della seconda, pronta a carpire dalla prima le innovazioni linguistiche per adattarle alla cultura di massa, adesso pare posizionato su di un livello di perfetto equilibrio, con i due ambiti ad assumere la funzione di vasi comunicanti. Dopo vari segnali positivi intuibili lungo il corso degli anni Zero, pare che questa vocazione ad un ‘arte “totale”, rinvenibile anche in forme di grafica che tendono alla creazione di un linguaggio proprio, lontano dalle mode, con una grammatica ed un vocabolario originali, per riuscire a comunicare in un mondo già saturo di segni, in un design ecosostenibile, nella Street Art ed in particolari forme di artigianato artistico metropolitano, costituisca la novità più rilevante di questo decennio.

Quello di Halo Halo è un percorso originale e del tutto personale. La sua è una sorta di positiva ossessione , volontà di colmare il vuoto con segni ritmici e ben integrati. Come testimonia lo stesso autore in occasione di una personale del 2012 presso la Galleria Square 23 di Davide Loritano, tutto nasce abbastanza per caso, quando a scuola, durante le lezioni di filosofia, per porre un rimedio alla

 

noia, dopo avere appuntato il nome del filosofo inizia a comporre sul foglio quelli che chiama “svarioni”, scritture in falso arabo od in cirillico, elementi inconsciamente archetipi di pre – modernità che trovano una collocazione idonea nella nostra fase di post modernità avanzata, in una sorta di corto circuito spazio-temporale.

L’incontro con artisti della scena torinese come Gec e Br1 induce Halo a cimentarsi nella dimensione artistica, immergendo il suo tratto distintivo nella scena urbana, così come in gallerie, musei ed uffici, senza preoccuparsi troppo di essere incasellato in sigle od etichette, ma impegnato piuttosto in una febbrile, anche se ragionata, aspirazione a creare una sorta di tappezzeria artistica finalizzata alla creazione di un’estetica allargata, fedele in questo alla reale e storica aspirazione dell’arte pubblica.

Le sue composizioni recenti sembrano pervase da una sorta di horror vacui, ed i tratti aniconici, dove talvolta fanno la loro comparsa volti umani, creano dei pattern estremamente stimolanti, connotati dal ritmo e da una intelligente ironia che talvolta può ricordare la figurazione invasiva di un grande artista-illustratore come Jacovitti, od il tracciato onirico dell’ arte psichedelica.

Le composizioni di Halo possono essere fruite in una visione d’insieme del labirinto segnico-figurativo, o costituire, immergendosi nella trame della composizione, una estrema stimolazione dell’apparato percettivo.

Nell’installazione in Piazza Emanuele Filiberto Halo Halo allestirà 10-15 manifesti sulle superfici esterne al Pastis, giocando di rimando con l’architettura del palazzo, ed adoperando, al posto del prediletto blu, fonte di ispirazione meditativa, le più esplosive tinte rosso-bordeaux, idonee a destare l’attenzione degli spettatori in una serata che si preannuncia ricca di segni, suoni, e colori.

Edoardo Di Mauro

Direttore del Museo d’Arte Urbana di Torino Giugno 2018

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Gardance al Pastis

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